La storia del Momumento a Dante

Il 28 maggio 1908 dalle pagine del giornale borghigiano "Il Risveglio", nello spazio riservato a Montefegatesi,  si dà notizia della presenza di un comitato per un monumento a Dante Alighieri e se ne annuncia l'inaugurazione per la metà del mese di settembre, con queste parole : " E' proverbiale nella vallata, l'amore per l'arte e per la patria di questa nobile popolazione, che sebbene relegata per ironia del destino a vivere sopra le più alte balze dei nostri monti, ha affermato più volte il proprio nobile sentimento di italianità".

MONTEFEGATESI 25 SETTEMBRE 1908, sopra un piedistallo di blocchi di diaspro, sul culmine della rocca, intorno la vetta del Rondinaio, in lontananza le asperità verticali delle apuane, si staglia austero e potente il busto del sommo poeta, opera dello scultore lucchese Francesco Petroni.

Gli uomini del comitato del paese e anche qualcuno del vicino paese amico/nemico Tereglio " hanno offerto le braccia, i denari per sostenere le spese" questi provengono anche dalle comunità oltreoceano, dove gli abitanti di Montefegatesi sono emigrati, mantenendo e rafforzando sempre più il legame con la propria terra, ed hanno offerto anche il cuore. Ne sono testimonianza i versi scritti da Orlando Bartoli :

 

" Rocca spogliata dalle forti mura

E d'ogni fiera tua grandezza antica,

Rocca che di guerrier fosti amica

Tu non sei vinta ; la tua Fama dura

Nel rimirar la pittoresca altura

Degna d'essere cantata in altri carmi,

Vedo la gloria e lo splendor delle armi,

che al nemico dier morte e sepoltura.

Vedo l'orgoglio antico al sol distrutto

Nel deserto di pietre desolante

Ma non iscorgo più ragion di lutto

Se di guerrier non vai più raggiante,

Corre glorioso il nome tuo per tutto,

Or che domina te sublime Dante."

 

Centodue anni fa, in una luminosa giornata di primo autunno, l'allora giovane professore universitario Augusto Mancini teneva il proprio discorso ufficiale per l'inaugurazione del monumento a Dante Alighieri, dopo che al suono dell'inno a Garibaldi, era stata abbassata la tela che copriva il busto e "questi, baciato da un tepido raggio di sole, apparve maestosamente agli occhi del popolo."

Augusto Mancini , allora, trovava proprio nell'esperienza della emigrazione la risposta alle ragioni di un monumento ad un Grande, in una comunità cosi piccola e lontana dalle città.

Mancini si rivolge agli abitanti di Montefegatesi e li chiama cittadini, ricorda l'origine di quell'appellativo, concesso nel 1245 da Federico || di Svevia, quando avvenne il passaggio della vicaria della lima e delle terre dei cittadini ai Lucchesi...

 

"Ond'è che voi - cosi Mancini domanda - di picciol paese sperduto fra i monti, a troppi ignoto, compiste l'opera civile che oggi vi onora? Forse perchè di faccia a queste rupi, ove l'aquila ha nido, voleste si ergesse l'immagine dell'aquila del canto?" . "Io so, che fuori di vostra, lungi dall'Italia, voi doveste attingere questo spirito vivificatore di libertà, che vi rende capaci di grandi cose. Se non aveste superato la cerchia dei vostri monti, non avreste retto sulla vostra piazza le immagini di Garibaldi e di Dante. Ma fuor dell'Italia, nell'America, nell'Australia lontana, il vostro occhio si è allargato alle meraviglie della civiltà, un sentimento di fratellanza più sereno e più lato ha preso le anime vostre, avete sentito che sia progresso, avvenire, unione spirituale di tutte le genti; ma insieme lungi da lei, avete sentito la Patria, l'Italia Madre."

All'estero, i cittadini di Montefegatesi hanno appreso quanto " IL MONDO DEBBA ALL'ITALIA, QUANTA LUCE DI PENSIERO" e quindi, "RITORNATI ITALIANI NELLA TERRA NATIA" hanno voluto innalzare "NELLA ROCCA DOVE TUONO' FRAGORE DI GUERRE FRATRICIDE, I SIMBOLI SACRI DELL'ITALIANITA'"

Mancini concludeva il proprio discorso, tra un immensa ed interminabile ovazione, con queste parole:

" ABITANTI DI MONTEFEGATESI, CITTADINI VOI FOSTE UN TEMPO PER BENIGNO PRIVILEGIO DI UN IMPERATORE ; CITTADINI VOI SIETE OGGI PER VIRTU’ PROPRIA NEI NOMI SACRI DI GIUSEPPE GARIBALDI E DANTE ALIGHIERI."

La virtù propria degli uomini di Montefegatesi, esaltata dal professore, altro non era che quel impegno fattivo nel far progredire la propria comunità e che, trovava materializzazione nelle iniziative filantropiche e nell'associazionismo. La legittimazione dell'appellativo di cittadini avveniva ora da due Grandi Italiani: Garibaldi e Dante, assunti a guide spirituali e morali, a emblemi della LAICITA'. Dante celebrato come vittima dell'oscurantismo, strenuo difensore della libertà, che affronta l'amarezza dell'esilio ed è anche letto nel ruolo del fustigatore della corruzione e del potere temporale del papato.

 

Molte furono le adesione per inaugurazione del busto del sommo poeta, fra cui Senatori, deputati, delegazioni di paesi venuti anche dall'estero,  la Società Dantesca di Firenze, Federazione Nazionale degli insegnanti, partiti di diverso orientamento, significative furono le adesioni dalla città di Trento che avevano innalzato sul finire del 800 un imponente monumento a Dante, la redazione di Trieste dell'Indipendente cosi telegrafava: " Forti figli dell'appennino che padre nazione dedicano bronzeo ricordo accolgano saluto affettuoso e speranze fratelli Trieste."

Quella mattina del 1908 nel piccolo paese si ritrovò lo spirito dell'italianità e lo faceva diventare grande, ne è preziosa testimonianza l'adesione del Sindaco di Roma Nathan, massimo esponente della Massoneria Italiana ,che cosi scrive" Se piccola è la terra che adunerà domenica, intorno alla statua dell'Altissimo Poeta, i cittadini industri che l'assidua cura delle greggi e dei campi non distoglie dal patriottico culto per le glorie dell'Italia, a grande nobiltà si ispira il significato della manifestazione solenne che in cotesto Comune si prepara, A nome di tutta Roma mi è gradito per questo associarmi alla festa."

 

Il 22 Agosto 1908 le pagine del Risveglio cosi riportavano : Questi buoni paesani non hanno altro ideale che migliorare le condizioni del proprio paese" " questo ricordo a Dante fu ideato da una piccola colonia paesana residente a New York dopochè un progetto per innalzare un ricordo a Giordano Bruno, non potè esser per diverse ragioni effettuato."

 

 

Ricordiamo ed ammiriamo il volto di Dante con cui i Paesani vollero affermare, il profondo amore per l'identità e la storia grande dell'Italia, patria degli uomini di allora e di noi oggi.

Nel ricordo

dello spirito di quel giorno e di coloro che lo vollero :

VIVA L'ITALIA. ONORE A DANTE.

 

 

Testo tratto da" A Dante" -il centenario del monumento-

di Natalia Sereni

E “Montefegatesi nella storia” edito da Il Corriere di Bagni di Lucca